Il Calcio Storico Fiorentino, conosciuto anche come Calcio In Costume perché giocato con abiti e costumi tipici del periodo medievale e rinascimentale o Calcio In Livrea perché per le partite di particolare importanza o solennità si indossavano livree di determinate Famiglie e Casati, è un gioco di cui i Fiorentini vanno molto fieri.
Le prime fonti che parlano del Calcio a Firenze sono riscontrabili già verso la metà del Quattrocento, quando questo gioco si praticava ovunque e molto frequentemente per le strade e le piazze della città. Tanto che si dovette regolamentarlo e organizzarlo a causa dei numerosi problemi di ordine pubblico che questo causava. Si cominciò quindi a praticarlo nelle più importanti piazze di Firenze durante occasioni importanti come la visita di un Papa o di personaggi di rilievo, o semplicemente per delle ricorrenze. In modo particolare si organizzavano partite di Calcio nel periodo di Carnevale, ed è proprio una partita giocata in Piazza Santa Croce durante un Carnevale, più precisamente il 17 febbraio del 1530, che ha dato ispirazione alla rievocazione che si tiene ai nostri giorni. Firenze, dopo aver cacciato i Medici nel 1527, si era data come nuovo ordinamento la Repubblica, e Papa Clemente VII (Giulio Zanobi di Giuliano de’ Medici), esponente della famiglia fiorentina dei Medici, aveva chiesto all’imperatore Carlo V di intervenire per ristabilire il dominio della Signoria. Ecco…. Nonostante l’assedio cominciato nell’estate del 1529 e che quindi durava ormai da diversi mesi, i Fiorentini, ormai allo stremo a causa della scarsità di cibo e risorse, decisero di giocare comunque la loro partita di Calcio. Di più…. Decisero di giocarla in Piazza Santa Croce perché questa era ben visibile dalle colline circostanti dove stazionavano le truppe imperiali. Era un chiaro gesto di sfida ma anche di scherno verso gli assedianti che vennero ancor di più ridicolizzati dal fatto che un gruppo di musici si mise a suonare musiche di festa sul tetto della Basilica di Santa Croce cosicchè le truppe potessero avere ancora più chiara l’idea che i Fiorentini non si curavano affatto della loro presenza. Irritate da tale comportamento le truppe assedianti spararono anche una palla di cannone che però fallì il bersaglio e non colpì la Basiilica provocando ulteriore scherno e gogliardia nei Fiorentini che fecero addirittura squillare le trombe.
Comunque, per la cronaca, qualche mese dopo, nell’estate del 1530 la città si arrese e i Medici tornarono al loro posto.
Anche se quella del 17 febbraio 1530 è considerata dai Fiorentini “La Partita”, altre sono passate alla storia:
Nel 1490 si giocò sull’Arno ghiacciato, come anche il 24 dicembre 1605 e il 20 febbraio 1606.
Nel 1570 il Calcio Fiorentino fu portato anche a Roma, nelle Terme di Diocleziano per celebrare la nomina di Cosimo I de’ Medici a Granduca
Nel 1575 addirittura a Lione dove i mercanti fiorentini giocarono una partita in onore del Re Enrico III che si trovava in città
Il 19 aprile del 1584 si giocò una partita in onore di Eleonore de’ Medici e Vincenzo I Gonzaga. La partita passò alla storia per l’impressionante numero di spettatori che vi assistette: oltre quarantamila.
Più recentemente il 28 agosto del 1960 si giocò a Piazza Di Siena a Roma in occasione delle Olimpiadi, il 12 ottobre del 1976 a New York durante le celebrazioni del Columbus Day e il 3 luglio 1998 a Lione durante i modiali di calcio.
Molti sono i personaggi illustri della storia che hanno preso parte alle partite di Calcio Fiorentino. Molti nobili e diversi personaggi appartenenti alla famiglia dei Medici; tra di loro tre che poi diventeranno Papi: Giulio de’ Medici che diventerà Papa col nome di Clemente VII, Alessandro de’ Medici Papa Leone X e Maffeo Barberini Papa Urbano VIII.
La rievocazione che si tiene ai nostri giorni vede le quattro squadre rappresenti dei quattro quartieri storici di Firenze ovvero San Giovanni (Verdi), Santa Maria Novella (Rossi), Santa Croce (Azzurri) e Santo Spirito (Bianchi) contendersi il Torneo dei Quattro Quartieri che si tiene i Piazza Santa Croce nella seconda metà di giugno con semifinali in genere intorno al 15-16 giugno e finale il giorno di San Giovanni, patrono di Firenze, il 24 giugno.
27 calcianti (così si chiamano i giocatori) per parte si sfidano in un campo rettangolare di rena di fiume quasi senza regole per cinquanta minuti. Sui due lati del fondo, per tutta la loro lunghezza, si trova la rete dove bisogna far finire il pallone per segnare una “caccia”. Si possono usare mani e piedi, ma se la palla finisce al di sopra della rete (quindi se si sbaglia il tiro) si segna una mezza caccia per gli avversari . Ogni caccia si cambia campo (come nel calcio moderno dopo l’intervallo).
I ventisette calcianti si dividono nei seguenti ruoli: quattro Datori Indietro (portieri a difesa della propria caccia), tre Datori Innanzi (terzini posti a difesa dei portieri), cinque Sconciatori (mediani), quindici Innanzi o Corridori (attaccanti). Oltre ai calcianti in ogni squadra ci sono il Capitano e l’Alfiere che stazionano in una nicchia a fondo campo ed hanno il compito di sedare le numerose risse che si susseguono sul rettangolo di gioco vista la quasi totale assenza di regole riguardanti lo scontro fisico. Infatti i placcaggi, che servono ad evitare che l’avversario riceva la palla, durante le partite sono numerosi e spesso sono anche molto violenti.